IL LAVORO DEL LUTTO: ACCOGLIERE ED ATTRAVERSARE IL DOLORE DELLA PERDITA (1^ PARTE)

Cos’è il lutto? Una definizione

La perdita, la scomparsa di qualcuno o qualcosa a cui siamo particolarmente legati, è una dolorosa esperienza esistenziale con la quale tutti noi, prima o dopo, siamo costretti a confrontarci nel corso della vita.

Il lutto può essere definito come la reazione emotiva e affettiva che segue l’esperienza di un’importante perdita.

La perdita può essere reale (come la morte di una persona cara, la rottura di una relazione di coppia, la perdita del lavoro), ma anche simbolica (la perdita di un ideale esistenziale). L’esperienza del lutto implica invariabilmente vissuti di profonda e dolorosa tristezza, confusione, cordoglio (dal latino “cor”, cuore, e “dolere”, provare dolore), abbattimento e anche paura.

La perdita che provoca il processo di lutto non comporta unicamente la necessità di dover fare i conti con un’assenza, ma è vissuta come un evento che improvvisamente mette a soqquadro il nostro modo abituale di dare significato, valore al mondo. La nostra realtà di vita ci appare improvvisamente cambiata, depauperato e svuotato del suo valore.

Per questa ragione, una delle prime reazioni emotive che caratterizza il processo di lutto è un ripiegamento sulla nostra persona; ci concentriamo su noi stessi, e tendiamo a disinteressarci del mondo. Fatichiamo a impegnarci nel lavoro e nelle altre attività di vita che, normalmente, sono per noi importanti. Anche la nostra capacità di stare con l’altro, di amare e di preoccuparci per le persone a noi care risulta decisamente impoverita.

plant-3585490_1920

Quali sono le 5 fasi di elaborazione del lutto?

In psicologia, viene definito come “elaborazione”, o lavoro del lutto il percorso esistenziale che ci permette di affrontare ed attraversare il dolore della perdita. Il lavoro del lutto può avere importante valore trasformativo ed evolutivo: può infatti permettere di ricostruire una nuova struttura di significato della realtà, all’interno della propria esperienza individuale.

Differenti teorie hanno cercato di definire e di descrivere i vari stadi che caratterizzano il percorso di elaborazione del lutto. In particolare, ha destato molto interesse quella proposta da E. Kubler Ross (1976), che individua cinque fasi principali attraverso le quali si dispiega questo processo.

1. La negazione: “Non può essere!”; l’incredulità è spesso la prima reazione a una perdita dolorosa. Cercare di disconoscere ciò che si sta vivendo è una reazione comune in questi casi: la negazione può essere vista come l’espressione del bisogno di avere un momento di tregua, di respiro prima di iniziare il doloroso percorso di confronto con la realtà. Al tempo stesso, superare il gradino dello shock e della negazione sarà imprescindibile per iniziare a confrontarsi con i dolorosi affetti legati alla perdita.

2. La rabbia: “perché proprio a me? È un’ingiustizia!”. Dopo aver cercato di negare la realtà, possiamo provare una forte collera verso il mondo, esternandola sulla nostra realtà di vita: cercando, ad esempio, dei “colpevoli” dell’accadimento. In questa fase, secondo la K. Ross, è particolarmente importante riconoscere la rabbia, accettarla e concederci di manifestarla, senza cercare di nasconderla o reprimerla. la rabbia è un’emozione normale e vitale, che in queste situazione può avere anche l’effetto di tenerci collegati alla realtà, senza portarci a cercare di negarla.

3. La contrattazione: superata la rabbia, ma disperati, possiamo rivolgerci al destino o appellarci alle figure divine affinché la perdita “sparisca”. In questa fase è frequente fantasticare, ad esempio, di poter cambiare magicamente la realtà attraverso atti di “buona condotta”. Questa fase di passaggio suole essere abbastanza breve; tuttavia la continua rimuginazione mentale che ne è caratteristica, così come il senso di colpa ed il pensiero di soluzioni irrealistiche ad essa collegate, possono “esaurici” emotivamente.

4. La depressione: la fase in cui accediamo realmente al dolore. Viviamo pienamente il senso di vuoto, la disperazione, l’impotenza, l’incertezza rispetto al futuro. In questo stadio può essere difficile anche solo pensare di affrontare le giornate e la propria realtà di vita; si può perfino faticare ad accettare l’aiuto e la presenza dei propri cari. Una fase, insomma, di profonda disperazione, in cui spesso ci si pone la domanda rispetto al significato della nostra esistenza, ed il senso del continuare a vivere.

5. L’accettazione: la fase in cui, finalmente, lo stato emotivo e affettivo comincia a riequilibrarsi, e possiamo iniziare a riprendere un contatto più adeguato con la realtà. In questa fase si inizia a vivere la consapevolezza che, per quanto sia doloroso fare i conti con la perdita, il non accettarla sarebbe ancora più svantaggioso, ci costringerebbe a pagare un prezzo troppo alto. In questo senso, essere in grado di accettare la perdita non significa aver dimenticato il dolore, ma comprendere che si può continuare a vivere anche con la profonda cicatrice che portiamo addosso. In questo stadio finale si inizia a percepire la possibilità di uscire dalla “nebbia” in cui brancolavamo: è possibile tornare a investire sulle proprie relazioni, e ci sono finalmente le condizioni per iniziare a elaborare nuovi progetti di vita.

la suddivisione del lavoro del lutto in queste cinque fasi, peraltro, può essere una descrizione solo molto teorica ed ipotetica del percorso che dobbiamo intraprendere quando soffriamo una perdita importante. La faticosa elaborazione del lutto, infatti, raramente si dipana in maniera lineare e progressiva; a volte sembra di rimanere pervicacemente aggrappati ad uno di questi stadi, oppure retrocedere a quello precedente, invece di fare dei passi in avanti nel nostro processo di cambiamento; oppure, si ha l’impressione di superarli in in un ordine differente da quello teorizzato, un ordine assolutamente personale ed individuale.

Anche il tempo del lutto, per quanto non possa mai essere rapido, avrà sempre una durata assolutamente peculiare, personale: c’è chi riuscirà ad attraversarlo in alcuni mesi; c’è chi, invece, avrà bisogno di un intervallo decisamente più lungo per iniziare, percorrere ed infine portare a termine questo faticoso compito.

Affronterò più compiutamente queste questioni nella seconda parte di quest’articolo (clicca qui per leggerlo), in cui descriverò le modalità attraverso le quali si compie il lavoro di accettazione della perdita ed elaborazione del lutto, ed i meccanismi implicati in questo percorso.

Inoltre. accennerò alle situazioni in cui il lavoro del lutto si presenta particolarmente difficile e complicato, e agli interventi terapeutici ipotizzabili per accompagnare le persone che sono costrette a vivere esperienze di perdita particolarmente dolorose.

 

Bibliografia

  • S. Freud, “lutto e melanconia”, Opere, Volume 8: 1915 – 1917, Boringheri, 1978
  • E. Kubler Ross, “la morte e il morire”, Assisi, Cittadella, 1976
  • M. Recalcati “incontrare l’assenza”, Asmepa edizioni, 2016

 

ARTICOLO: IL LAVORO DEL LUTTO (2^ PARTE)

 

 

Rispondi