COS’E’ LA SALUTE MENTALE? DIMENSIONI PSICOLOGICHE FONDANTI (II PARTE)

Nella prima parte di quest’articolo ho spiegato come sia complesso definire la salute mentale; ho peraltro provato a delineare quali siano le caratteristiche fondamentali che la descrivono, partendo da alcune definizioni generali prima, e rifacendomi ad alcuni importanti concetti tratti dal pensiero psicoanalitico poi.

Proverò ora a dettagliare in maniera più specifica quali siano le dimensioni fondanti che ne sono alla base, ovvero alcune caratteristiche psicologiche individuali che la sorreggono.

Identità integrata

Uno sviluppo psicologico sano porta la persona ad acquisire un’identità integrata, ovvero un senso di sé coerente e stabile nel tempo, unito ad una forza dell’io che renda possibile affrontare le sfide della vita.

L’identità personale si forma in maniera graduale nel corso dello sviluppo: si origina dal graduale processo di separazione – individuazione, attraverso cui il bambino riesce a percepirsi come individuo separato ed autonomo, e formare un’immagine interna coerente del proprio corpo prima, e della propria individualità e personalità poi. Il processo di costruzione – integrazione della propria identità non termina con l’infanzia, ma continua durante tutta l’esistenza, nella misura in cui la persona è in grado di incorporare ed integrare con una certa flessibilità diverse rappresentazioni di sé stesso nella propria personalità adulta.

Possedere un’identità ragionevolmente integrata permette di dare cittadinanza, dentro di sè, ad un’ampia gamma di affetti, sia positivi che negativi, senza che gli uni debbano necessariamente presumere l’assenza degli altri. Al contrario, un l’identità non integrata, ma in qualche modo diffusa, porterà la persona a vivere se stesso, i rapporti con gli altri e gli eventi di vita in modo frammentato e discontinuo, sperimentando cambi improvvisi e poco coerenti, ad esempio, nella percezione degli affetti, che potranno essere estremamente altalenanti e passare con grande facilità dall’estremo positivo a quello negativo.

Capacità di stabilire relazioni significative

Questa dimensione personale presume soprattutto le capacità di mantenere un attaccamento sicuro e di provare empatia nei confronti degli altri.

La capacità di “attaccamento sicuro” (Bowlby) si genera nell’infanzia, quando il bambino sperimenta l’esperienza di essere accolto ed accompagnato emotivamente da genitori attenti e sensibili, capaci di sintonizzarsi sulle sue emozioni, ed in grado di aiutarlo a viverle e regolarle adeguatamente.

Ciò si traduce, nell’età adulta, nella capacità di poter riporre fiducia negli altri, sentendosi rassicurato dalle relazioni significative con le persone importanti. Inoltre, la capacità di attaccamento sicuro permette alla persona di essere in grado di chiedere aiuto alle persone di cui si fida, e consente di tollerare ed elaborare le separazioni, senza che queste causino eccessiva ansia o tristezza: in altre parole, di vivere un’adeguata esperienza di sicurezza personale.

La capacità di vivere relazioni di attaccamento sicuro è un prerequisito fondamentale per sviluppare la capacità di amare in modo maturo, di vivere esperienze affettive piene e di genuina intimità, e di provare empatia verso l’altro: ovvero di saper fare spazio, dentro di sé, alla comprensione dei sentimenti e delle emozioni delle persone con cui entriamo in contatto. Essere empatici permette di essere in grado di immedesimarsi, in maniera immediata, con gli stati d’animo e con i pensieri delle altre persone, sulla base della comprensione dei loro segnali emozionali e dell’assunzione della loro prospettiva soggettiva.

Capacità di regolazione affettiva e di adattamento

Anche questa competenza matura nel corso del proprio sviluppo personale: in primis, è correlata alla capacità di mantenere un adeguato esame di realtà, che il bambino assume su di sé mano a mano che è in grado di abbandonare il proprio senso di onnipotenza infantile, perché aiutato dagli adulti di riferimento a tollerare, in modo efficace e salutare, le frustrazioni.

Mantenere un saldo esame di realtà è uno dei prerequisiti che ci consente di imparare a gestire e modulare in modo flessibile le nostre emozioni ed i nostri affetti. Ma soprattutto è possibile sviluppare questa competenza nel momento in cui i genitori e gli adulti di riferimento riescono a sintonizzarsi sugli stati d’animo del bambino e a comprenderne i bisogni, ad interpretarli ed a rispondere a questi in maniera adeguata e rassicurante a questi.

Il bambino che si sente accudito e compreso è anche in grado di sviluppare un’adeguata capacità di mentalizzazione (Fonagy). Tale competenza permette di comprendere che le altre persone, diverse e separate da noi, possono essere mosse da esigenze e pensieri profondamente differenti dai nostri: è la capacità, dunque, di interpretare e di comprendere il comportamento degli altri in termini di stati interni, motivazioni, desideri e pensieri. Le persone per le quali la capacità di mentalizzazione risulta carente faticano a comprendere il mondo interno degli altri, ad assumere dentro di sé la possibilità che esistano prospettive alternative alla propria di confrontarsi con la realtà, che possano essere ugualmente o maggiormente adattive,

inoltre, tale condizione permette al bimbo di sviluppare un super-io benigno ed equilibrato, ovvero una coscienza morale salda ma non “tirannica”, nella quale il senso di responsabilità e del dovere è controbilanciato dalla capacità di godere di momenti di gioco, leggerezza e piacere.

Parimenti significativa è la capacità di fare ricorso a meccanismi di difesa flessibili: i meccanismi di difesa sono fondamentali per proteggere la persona da pensieri ed emozioni, generate da particolari eventi di vita, che possono essere difficilmente tollerabili, e che hanno bisogno di elaborati e “bonificati”. Possedere meccanismi di difesa flessibili significa essere in grado di utilizzare diverse strategie di adattamento alla realtà, in funzione dei diversi momenti e contesti di vita con cui ci si confronta. Al contrario, l’uso sistematico ed eccessivo di pochi meccanismi di difesa, causa comportamenti e risposte rigide e spesso disadattive ad ogni tipo di problema con cui ci confrontiamo.

Capacità di sviluppo ed evoluzione autentica

Se riusciamo a vivere con libertà, autenticità e leggerezza la nostra vita quotidiana (e se sappiamo “giocare”, quindi), possiamo essere realmente creativi e godere autenticamente delle gioie nostra esistenza: questa condizione ci consente di avvicinarci ad un più alto livello di crescita personale e di salute psichica, dove c’è spazio per il senso di trascendenza, ovvero la consapevolezza di aver trovato un significato pieno e personale rispetto alla nostra esistenza.

E, d’altra parte, queste capacità ci possono consente di vivere anche una reale esperienza di altruismo, ovvero provare un desiderio genuino di collaborazione: ciò significa essere disposti ad aiutare l’altro a raggiungere le proprie mete ed i propri obiettivi personali, e di condividere il piacere per la sua riuscita in maniera gratuita e disinteressata, in un ottica di solidarietà profonda. Avere autenticamente a cuore il benessere collettivo è una dote che non è certo alla portata di tutti, forse di pochi, ma che, probabilmente, è quella che consente di lasciare una reale e significativa eredità alle persone per noi importanti.

Leggi qui la prima parte dell’articolo, intitolata “Che cos’è la salute mentale?“.

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